Così si è sviluppata l'operazione "Ragnatela": gli esperti hanno modellato tutte le fasi dell'attacco dei droni alle basi aeree russe (video)

Di: Anton Kratiuk | 03.06.2025, 14:01
Aitelly: Nuove frontiere delle tecnologie di visualizzazione Scena dal materiale di Aitelly . Fonte: Aitelly

Non si placano le discussioni sull'unica operazione "Ragnatela", nell'ambito della quale i servizi segreti ucraini hanno attaccato aeroporti militari su tutto il territorio della Russia utilizzando droni FPV a basso costo e tecnologie all'avanguardia, distruggendo un gran numero di aerei dell'aviazione strategica.

È chiaro che l'Ucraina non rivela i segreti dell'operazione, ma in rete sono emerse sufficienti informazioni affinché gli esperti potessero modellare l'evento.

Cosa si sa

Gli ingegneri 3D del popolare canale YouTube Aitelly hanno studiato informazioni da fonti aperte e creato una cronaca animata dettagliata su come si è sviluppata l'operazione "Ragnatela".

Dalla descrizione del video:

Ingegneri ucraini hanno sviluppato un astuto sistema di lancio dei droni, camuffato da normali casette di legno, installate sui camion. Questi contenitori mobili sembravano stalle di campagna, ma all'interno avevano strutture rinforzate, piattaforme di lancio nascoste, stazioni di ricarica delle batterie (probabilmente pannelli solari) e meccanismi per il controllo remoto del tetto.

La struttura permetteva di lanciare i droni sia verticalmente che ad angolo, a seconda del loro tipo, e il sistema di schermatura incorporato aiutava a evitare il rilevamento precoce da parte dei sistemi di sorveglianza russi.

Non appena questi pozzi mobili erano pronti, gli agenti ucraini - forse con l'aiuto di sostenitori locali - li hanno spostati nel profondo del territorio russo. I camion venivano silenziosamente consegnati in luoghi prestabiliti vicino a basi aeree chiave, parcheggiati in luoghi come foreste, fattorie o aree industriali, dove si mimetizzavano nel paesaggio. Rimanevano inattivi per alcuni giorni o addirittura settimane, con droni pre-caricati e carichi che attendevano un comando d'attacco. Quando il momento arrivava, i segnali di attivazione crittografati venivano inviati da remoto. I tetti dei contenitori si aprivano e i droni decollavano - alcuni verticalmente, altri tramite rampe o sistemi di lancio ad aria compressa per un avvio silenzioso.

Dal nostro autore: riteniamo che i camion non siano rimasti fermi per giorni o settimane: i droni venivano lanciati immediatamente dopo l'arrivo sul posto, altrimenti i veicoli avrebbero attirato l'attenzione e sarebbero stati scoperti. È molto probabile che per l'operazione sono stati utilizzati droni "Osa", equipaggiati con visione artificiale e intelligenza artificiale, che consentivano loro di rilevare automaticamente i bersagli e attaccarli senza il coinvolgimento degli operatori.

Nel video modellato da Aitelly si può vedere come i droni atterrano sui punti più vulnerabili degli aerei per infliggere il massimo danno, e solo dopo esplodevano.

Fonte: Aitelly