Elon Musk e xAI lanciano la versione beta di Grokipedia — un controverso concorrente di Wikipedia

Di: Anton Kratiuk | oggi, 10:41
Elon Musk e Grokipedia: Collage unisce tappe delle innovazioni tecnologiche Collage con un'immagine di Elon Musk e il logo di Grokipedia. Fonte: INNPoland

Elon Musk e la compagnia xAI hanno annunciato il lancio della prima versione beta di Grokipedia — un’alternativa a Wikipedia con un focus sull’uso dell’IA.

Cosa si sa

Grokipedia, come dichiarato in precedenza da Musk — è una risorsa con regole più liberali rispetto a Wikipedia e senza stretta aderenza alle fonti di informazione.

La piattaforma è disponibile pubblicamente nella versione v0.1 e può essere provata gratuitamente in un browser.

La pagina principale di Grokipedia è assolutamente diversa da Wikipedia e presenta una grande barra di ricerca.

Pagina principale di Grokipedia

Attualmente, il database della nuova enciclopedia contiene circa 885.000 articoli in inglese ed è ancora disponibile senza immagini.

Screenshot della pagina di Grokipedia

Gli utenti non possono modificare il contenuto degli articoli, sebbene alcuni materiali abbiano un pulsante “Modifica”, ma attualmente non è funzionante.

Uno degli aspetti più preoccupanti di Grokipedia è che l’accuratezza dei fatti verrà essenzialmente verificata solo dall’intelligenza artificiale Grok, e le reti neurali, come noto, spesso distorcono i fatti e talvolta inventano persino informazioni inesistenti.

Ironia della sorte, sebbene Grokipedia si posizioni come una “piattaforma già dieci volte migliore di Wikipedia”, molti articoli sul nuovo sito sono versioni leggermente modificate di materiali da Wikipedia. Ad esempio, The Verge ha notato questo in articoli su MacBook Air, PlayStation 5 e Lincoln Mark VIII, dove è dichiarato alla fine che “il materiale è stato adattato da Wikipedia”.

Nel prossimo futuro, xAI migliorerà attivamente Grokipedia, ma ci sono molte domande sui suoi principi operativi fondamentali, che è improbabile che vengano cambiati.

Fonte: @elonmusk, The Verge