Cosa rallenta le auto a guida autonoma

Perché non vediamo ancora un passaggio massiccio alla guida autonoma

Di: Anry Sergeev | ieri, 16:07

Solo pochi anni fa, i futuristi dipingevano l'immagine di un mondo senza guidatori: auto che portavano i bambini a scuola da sole, taxi che arrivavano su chiamata senza un umano al volante e incidenti ridotti allo zero statistico. La realtà del 2025 è meno patinata: non c'è stato un lancio massiccio di veicoli autonomi e le prospettive sembrano molto più modeste rispetto alle pubblicità di Tesla o Waymo.

La tecnologia ha raggiunto un limite di complessità

Il problema non sta nelle promesse altisonanti, ma nella realtà dei complessi ambienti urbani. I sensori AV (LiDAR, radar, telecamere) si combinano per creare gli "occhi" dell'auto, ma anche questi possono diventare ciechi in caso di pioggia, neve o nebbia. E le reti neurali che controllano le auto si perdono ancora in situazioni insolite: pedoni inaspettati, lavori stradali, incidenti improvvisi - tutto questo è una "coda lunga" di scenari che non possono essere completamente previsti.

Approfondisci:

Il sistema di classificazione SAE definisce 5 livelli di autonomia delle auto: Livello 0 - nessuna automazione, il conducente controlla tutto. Livello 1 - assistenza in alcune funzioni (controllo della velocità di crociera, mantenimento della corsia). Livello 2 - automazione parziale, l'auto controlla la velocità e la direzione, ma il conducente deve essere vigile (Tesla Autopilot). Livello 3 - autonomia condizionata, l'auto si guida da sola in determinate condizioni, ma il conducente deve rispondere alle richieste del sistema. Livello 4 - elevata autonomia in aree designate (robotaxi), senza intervento umano e con restrizioni sul territorio e sulle condizioni atmosferiche. Livello 5 - piena autonomia ovunque e in qualsiasi momento, senza bisogno di volante o pedali. Oggi i livelli 2-3 sono disponibili nelle auto prodotte in serie, mentre il livello 5 rimane un obiettivo lontano.

La fiducia del pubblico è sotto scacco

Gli incidenti di alto profilo che hanno coinvolto i droni(Cruise in California o Uber in Arizona) hanno lasciato un segno nella mente delle persone. Un sondaggio AAA condotto all'inizio del 2025 ha mostrato che il 60% dei conducenti americani ha paura di salire su un'auto autonoma. Lo scetticismo è alimentato anche dalle trovate del marketing, quando i sistemi L2 vengono presentati come "pilota automatico a tutti gli effetti".

Legislazione e denaro sono altri due freni

Mentre negli Stati Uniti la regolamentazione è frammentata tra gli Stati e nell'UE si sta preparando un quadro unificato, la Cina sta portando avanti programmi centralizzati. I produttori temono la responsabilità: di chi è la colpa se un drone causa un incidente - del conducente, del produttore o dello sviluppatore del software?

Giocattoli costosi per i ricchi?

Il LiDAR sta diventando più economico, ma un set completo di sensori e computer per un'auto autonoma aggiunge ancora decine di migliaia di dollari al prezzo di un'auto. La produzione di massa dovrebbe far scendere i prezzi, ma senza una domanda stabile si tratta di un circolo vizioso.

Minacce informatiche e privacy: nuove sfide

Entrare in un'auto tramite il Wi-Fi o falsificare il segnale GPS? Non si tratta di uno scenario da serie TV, ma di casi reali ( 1, 2 in più) verificati dai ricercatori. E mentre i produttori cercano un equilibrio tra la raccolta di dati per l'addestramento dell'intelligenza artificiale e la privacy degli utenti, gli scandali di fuga di dati non aumentano la fiducia.

In conclusione: non uno sprint, ma una maratona

Le auto autonome non sono scomparse dai radar: sono già in funzione sotto forma di robotaxi negli Stati Uniti e in Cina, camion autonomi sulle autostrade e navette nei campus. Ma la strada per renderle comuni sulle strade è una maratona lunga decenni. Dobbiamo sincronizzare i progressi della tecnologia, della legge, dell'economia e della percezione culturale.

E mentre aspettiamo l'autonomia di livello 5 in ogni cortile, vale la pena ricordare che anche un guidatore umano non è sempre perfetto, ma non siamo ancora pronti a consegnare il volante agli algoritmi senza il riflesso condizionato di "tenere le mani sul volante". Questa è una gara in cui la cosa principale non è la velocità, ma l'affidabilità.

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